UFFICIO TURISMO
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CENTRALI IDROELETTRICHE

La Val Formazza è il cuore pulsante dell’energia idroelettrica del Piemonte e una delle aree simbolo della cosiddetta "colonizzazione idroelettrica dell’Ossola", un fenomeno iniziato all’inizio del Novecento che ha trasformato radicalmente il paesaggio alpino e l’economia del territorio. Qui, tra ghiacciai, laghi alpini e forti dislivelli, l’acqua si è fatta energia, dando vita a un complesso straordinario di dighe, bacini e centrali idroelettriche, capace di alimentare lo sviluppo industriale del nord Italia.
Il territorio della provincia del Verbano-Cusio-Ossola (VCO), incastonato tra le Alpi Lepontine e Pennine, è caratterizzato da una grande presenza di laghi alpini. Molti di questi sono bacini artificiali, nati per ottimizzare la produzione idroelettrica in un’epoca in cui l’energia idrica – il carbone bianco – rappresentava una delle principali risorse per lo sviluppo industriale.
Dei 32 bacini artificiali presenti, solo 14 sono stati costruiti su laghi naturali preesistenti. Gli altri furono realizzati per alimentare centrali che oggi rappresentano un patrimonio ingegneristico e storico di straordinario valore.
L’uso dell’acqua a fini energetici inizia già alla fine dell’Ottocento, ma è nei primi del Novecento che la Val Formazza diventa protagonista assoluta. Con oltre il 66% del territorio non produttivo a causa dell'altitudine, la valle si presta perfettamente alla produzione idroelettrica.
Il primo a comprendere questo potenziale fu Ettore Conti, giovane imprenditore destinato a diventare una figura chiave dell’industria elettrica italiana. Nel 1901 fondò la Società Anonima per Imprese Elettriche Conti, collegata alla Edison.
Da quel momento, un susseguirsi di progetti e cantieri portarono alla nascita di alcuni degli impianti più importanti della valle:
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Centrale di Rivasco (1908): sfruttava le acque del Toce con un salto di 345 metri, generando 9.200 kW.
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Centrale di Goglio: utilizzava il torrente Devero e i bacini di Codelago e Pianboglio (poi dismesso).
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Centrale di Sottofrua (1924): potenza di 7.500 kW, sfruttava il bacino di Valtoggia, i laghi Toggia e Lago Nero.
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Centrale di Valdo (anni '20): con 11.000 kW, integrata poi nel sistema di Ponte.
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Centrale di Cadarese (1928): una delle più potenti, con 56.000 kW prodotti grazie a una condotta di 7 km scavata nella roccia.
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Centrale di Morasco (1957): posta interamente in galleria, è la prima centrale automatizzata della valle, con controllo remoto da Ponte.



